Prefazione


La presente antologia della poesia italiana del Secondo Novecento serve come una dispensa universitaria agli studenti di lingua e letteratura italiana delle università ungheresi, nonché, come si spera, a quelli, studenti o studiosi, che s’interessano della poesia del recente passato.
  Va subito chiarito che una tale selezione non pretende affatto di offrire un completo panorama dell’argomento, anzi, ha sostanziali dubbi intorno a tale possibilità. L’unico scopo realizzabile è stato  – ed è – quello di dare suggerimenti al e di incuriosire  il “lettore” nei confronti di quella immensa ricchezza inventiva, linguistica e spirituale, che la poesia italiana del XX° secolo ha prodotto.
  I punti di partenza della presente selezione, evidentemente discutibile, sono due. Il primo è di rappresentare essenzialmente quei tre indirizzi fondamentali della poesia novecentesca che si sono, questa volta indiscutibilmente, cristallizzati nella storia di cultura del novecento anche su livello teorico e terminologico: si tratta della poesia lineare, visivo-visuale e sonora. Ed è essenziale che questi campi di operazione poetica, mentre hanno la loro separata continuità, sono trasgredibili e trasgressi, e vengono praticati, separati o insieme, molte volte dagli stessi poeti.
  È un fatto abbastanza noto che la poesia degli ultimi decenni ha esplorato anche altri campi di linguaggio come la video-poesia, la poesia di azione (o di performance), poesia intermediale, poesia informatica (o computeristica), forme sperimentali che fanno parte della prassi poetica contemporanea. Ma, per motivi della scarsa documentabilità e dei limiti tecnici, questa volta abbiamo rinunciato a oltrepassare i confini, sempre in movimento, dei principali campi, menzionati prima, ormai canonizzati anche dalla critica letteraria “in progress”.
  L’altro punto di partenza, e questo vale soprattutto per la poesia lineare, era quello di mettere in rilievo quei poeti e quelle operosità poetiche che possono essere considerati rinnovativi nel senso che problematizzano la lingua stessa. Così, da un lato, non abbiamo pensato che fosse nostro dovere di riferirci a quei poeti che, pur essendo attivi e importanti anche nel nostro periodo, hanno elaborato la loro identità – e grandezza – poetica già nel Primo Novecento (può essere il caso di Montale, di Ungaretti, di Palazzeschi ecc.). Dall’altro lato abbiamo lasciato fuori considerazione quelle operosità di grande rilievo, nelle quali la problematica della lingua o del linguaggio era od è accidentale. (Qui non sarebbe giusto di fare dei nomi, comunque “sapienti sat”.)
  Va accentuatamente aggiunto che, per quanto riguarda la poesia del Primo Novecento e dell’immediato dopoguerra, esiste già “L’antologia della lirica italiana del Novecento”, a cura del prof. Géza Sallay, uscito nel 1967, che meriterebbe una nuova edizione, tanto di più che le sue scelte resistono molto bene al tempo. In quell’antologia può essere consultata la poesia di un Sinisgalli, di un Solmi, di un Sereni, di un Acrocca, del primo Pasolini e così via.
  Per quello che riguarda le presenze, in questo CD-Rom, della poesia lineare, per motivi organizzativi, tecnici e casuali ci sono tante mancanze, non concettuali. Giancarlo Majorino, Nanni Cagnone, Valentino Zeichen, Maurizio Cucchi, Cesare Viviani, Ciro Vitiello, Valerio Magrelli, Marco Palladini, per fare solo pochi esempi dei tanti – ma è anche colpa di quella ricchezza invidiabile della poesia italiana del nostro tempo.
  Anche nel caso della poesia visiva (il termine viene usato in senso generico, non è questo il caso di differenziare fra poesia visiva, visuale, concreta, tecnologica, simbiotica ecc.), nella presente antologia, risultano parecchie assenze, molto casuali. In un secondo “volume” o in una versione complementare, sarebbero presenti le opere anche di Lucia Marcucci, di Ketty La Rocca, di Emilio Isgrò, di Magdalo Mussio, di Claudio Francia, di Maurizio Nannucci e di numerosi altri.
  E’ lo stesso caso della raccolta di poesia sonora, dove la selezione non può essere che imperfetta. Ci auguriamo di presentare, una prossima volta, le notevoli opere di Agostino Contò, di Enrico Serotti, di Alberto Vitacchio, di Ubaldo Giacomucci, di Luca Salvadori, di Aldo Nove, di Rosaria Lo Russo, di Bianca Menna e altri.
  Ma – e questo è forse lo scopo principale di questa antologia-dispensa – l’interesse svegliato fa incuriosire per una dimensione ben più vasta: quella della poesia italiana (e oltre) in continua mutazione e in assidua continuità di rinnovamento.