Poesia lineare
Tutta la meraviglia del mondo | Parole estranee a sua moglie | Metamorfosi d’amore |
Il cellulare lasciato sul copriletto
Tutta la meraviglia del mondo
E’ come dici tu, dovrei ripartire.
Non sono mai stato felice in una casa.
Non sono mai stato felice in famiglia.
Non ho mai avuto nostalgia, quando ero
solo e lontano. Tutta la meraviglia
del mondo per me era la passeggiata
alta sul mare quando, i libri di scuola
in una cartella, a passo veloce
andavo, e inspiravo il vento
colore del salino e delle agavi
e fingevo di avere una ragazza
per mano:la meraviglia, la razza
forte dei sogni, i libri, il cinema,
i lunghi viaggi i treno,
le lunghe traversate dell’anima
ma mai i muri di una casa, mai.
(Dialogo del poeta e del messaggero, 1992)
su >>
Parole estranee a sua moglie
Saranno state le due o le tre l’altra
mattina quando sono entrato nel letto e ti ho
parlato. Tu dormivi e ho premuto la
mia palpebra contro la tua calda. Volevo
dirti parole che ci sono estranee, quelle
dell’amore che eterna: era tragica la
mia resa: le regole del gioco cadute. Così die-
tro le nostre palpebre non gli occhi, le orbite. Le
nostre dita di pietra e i nostri fianchi fondali e
laghi i nostri piedi fluiti e ormai viticci
e nidi per le civette. Non saremo più
insieme. Non ne parleremo mai più. Futuri
venti soffieranno sulle nostre finestre dal mare
lontano noi saremo topi meduse
fiori
(L'Oceano e il Ragazzo, 2002)
su >>
Metamorfosi d’amore
Though they sink through the sea they
shall rise again;
though lovers be lost love shall not.
(Dylan Thomas, “And death
shall have no dominion”)
Giuseppe era il mio nome di
cristiano, ora non ho più nome: sono
api e lucertole, pietre e mimose, il
mare:lei non mi potrà riconoscere.
Lei non mi potrà più dire: amore.
Potremo volare insieme all’alveare
del sole, vicini e sconosciuti, rovinare
in frane scoscese sulle spiagge
rocciose, essere due conchiglie nel silenzio
del fondale.
(L'Oceano e il Ragazzo, 2002)
su >>
Il cellulare lasciato sul copriletto
Sibila il cellulare
lasciato sul copriletto
nella mia camera d’albergo
simile ad un insetto
levigato, ingigantito.
Mi risveglio e lo prendo.
E’ la voce che attendo.
Ti dico grazie, vita.
Domenica mattina
e tu mi sei vicina
da un mare all’altro mare
va chiara la tua voce.
Forse tu mi vuoi ancora.
Miracolo che continua.
Luce di un’altra aurora.
(Ferite e rifioriture , 2006)
su >> |