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Indicazioni bio-bibliografiche
Ugo Carrega (1935-)

Nato a Genova Pegli il 17 Agosto 1935. Frequenta le scuole medie statali di Genova Pegli e il ginnasio a Genova Cornigliano dagli Scolopi. Per volere della famiglia tenta privatamente altri studi in scuole private: ragioneria, geometri, nautico. La famiglia poi lo invia ad imparare un mestiere, quello di agente marittimo, in Inghilterra, dove impara a vivere da solo.

Rientrato in Italia,  nel giugno del 1956 lavora fino al maggio del 1963 in agenzie marittime; quindi, approfittando della conoscenza della lingua inglese, intraprende il mestiere di traduttore che eserciterà per varie case editrici milanesi specializzandosi infine nella traduzione di libri gialli.

Gli hanno ricordato di aver scritto la sua prima poesia all’età di tredici anni. Le prime brevi prose le pubblica all’età di sedici anni su di una rivista ligure. Il suo primo amore è stato il teatro; il secondo il cinema. Ma trova più semplice e più pratica la poesia. Insoddisfatto approda ad un ampliamento del concetto di poesia: una terza dimensione che egli scopre nel momento visivo della scrittura. Scopre che unitamente al significato della parola e al suo suono, la parola ha una sua visività, una sua presenza fisica, che non viene utilizzata nell’epressione. Si butta su tale “scoperta”, dopo una breve parentesi di ricerca sonora, dopodiché non l’abbandonerà più.
Nel 1966 si è intanto trasferito a Milano, sua attuale città. Ed è nel maggio del 1970 che espone i suoi lavori di poesia visuale (che lui chiama “scrittura simbiotica” e poi chiamerà “nuova scrittura”) nella galleria di Arturo Schwarz a Milano e da allora abbandona il lavoro di traduttore e si occupa solo del proprio lavoro e di seguire il lavoro di altri amici poeti visuali aprendo uno spazio espositivo, il Centro TOOL, che diverrà in seguito Mercato del Sale (in omaggio a Marcel Duchamp).

I suoi maestri sono stati Ezra Pound, James Joyce, e.e. cummings, Rabelais, Marcel Duchamp, Kafka, Dino Campana, Camillo Sbarbaro. Altri suoi maestri sono stati Martino Oberto, conosciuto a Genova nel 1958 e con il quale matura la sua prima formazione ed Emilio Villa.

Pubblica il suo primo scritto nel 1951. Nel 1958 esce il suo primo fascicolo, stampato in proprio al ciclostile, di poesia sperimentale e visuale dal titolo èini. Nel 1958 incontra e frequenta Martino Oberto e collabora con la sua rivista «Ana Etcetera» dove verrà stampato, nel 1965, il suo lavoro Rapporto fra il poeta e il suo lavoro. Dal 1965 al 1968 realizza una propria rivistina «TOOL: quaderni di scrittura simbiotica». I primi cinque numeri sono al ciclostile. Il sesto, progettato per l’uso del colore, esce a stampa. La rivista era stata progettata in sei numeri in ognuno dei quali si indagava operativamente un campo specifico di interferenza fra il segno alfabetico e il segno analfabetico. In questa occasione Carrega fa uso del termine scrittura simbiotica,  già precedentemente inventato, per indicare quel campo della poesia sperimentale in cui agiscono pariteticamente segni di estrazione diversi.

In seguito teoricizzerà la Nuova Scrittura (1967), sigla che diverrà operativa nel 1974 per l’attività del Mercato del Sale e con la partecipazione di Martino e Anna Oberto, Corrado D’Ottavi, Rolando Mignani, Liliana Landi, Vincenzo Ferrari e Vincenzo Accame.

Nel 1973 crea con Vincenzo Ferrari e Claudio Salocchi il Centro di Ricerca Non Finalizzata che realizza il fascicolo Gli oggetti recuperati della nostra infanzia e il film Oggetti sani, oggetti malati. Nel 1982 pensa ad un’artescrittura  e redige un piccolo manifesto controfirmato da Vincenzo Ferrari, Luca Patella e Magdalo Mussio. Oltre a TOOL,  ha realizzato «aaa» (con Mario Diacono), i «Quaderni di TOOL», il «Bollettino da dentro». Ha creato i centri culturali «Centro Suolo» nel 1969, «Centro TOOL» nel 1971, «Mercato del Sale» nel 1974.
Nel Febbraio del 1987 gli era morta la moglie, Liliana Landi e nel Novembre del ‘94 gli muore la figlia Maura. Da allora tende a vivere isolato occupandosi soltanto delle proprie ricerche.