Indicazioni bio-bibliografiche Lamberto Pignotti (1926-)
Nato a Firenze nel 1926, dove vive fino al 1968, anno in cui si trasferisce a Roma. Negli anni ‘60 concepisce e teorizza le prime forme di poesia tecnologica e di poesia visiva, di cui cura nel 1965 la prima antologia (Poesie visive - 4 voll., Sampietro, Bologna).
Nel 1963 dà vita con Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari e altri al Gruppo 70 e partecipa alla formazione del Gruppo 63. Dal 1971 porta avanti, prima come professore alla Facoltà di Architettura di Firenze e poi alla Facoltà di Lettere del DAMS di Bologna, dei corsi sugli svariati rapporti fra avanguardie, mass-media e new-media. La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visuali, sinestetici. Di siffatta attività intermediale e sinestetica produce, tra happening e performance, poesie oggettuali, dischi, cine-poesie, videocassette, libri oggettuali di plastica, chewing poems, scritti teatrali rappresentati e pubblicati anche in volume sin dal 1964 e, naturalmente, poesie visuali sotto forma di collage o di intervento su foto di cronaca, di moda, di pubblicità, etc.
Numerosa è anche la sua produzione di poesia lineare, di saggistica, di prosa, tra cui: Odissea (in ciclostile, Firenze, 1954; Fermenti, Roma, 1994), Significare (Leonardi, Bologna, 1957), L’uomo di qualità (Einaudi, Torino, 1961), Nozione di uomo (Mondadori, Milano, 1964), I postdiluviani, con Luciano Lattanzi (D'ars, Milano, 1967), Una forma di lotta (id.), Istruzioni per l'uso degli ultimi modelli di poesia (Lerici, Roma, 1968), Ma parliamo d’altro (Nuova Corrente, Milano, 1972), Parola per parola, diversamente, poesie (Marsilio, Padova, 1976) e il recente Identikit di un'idea (Campanotto, Udine, 2003).
Sue opere figurano in musei, gallerie civiche e spazi pubblici in Italia e all’estero. Alle svariate mostre personali, antologiche o tematiche, si affianca una più intensa presenza in rassegne collettive come la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma, il Festival dell'Avanguardia di New York, la Biennale di Saõ Paulo. |
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