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Pier Paolo Pasolini
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Indicazioni bio-bibliografiche
Pier Paolo Pasolini (1922-1975)

Nato a Bologna nel 1922, morto a Roma nel 1975; poeta, narratore, saggista, regista e sceneggiatore. Per tutto il periodo dell’adolescenza a causa dei continui trasferimenti del padre ufficiale di fanteria, si sposta fra molte città del Nord Italia: Parma, Bologna, Belluno, Cremona, Reggio Emilia, Conegliano. Dopo l’università, frequentata a Bologna, nel 1942, prigioniero il padre in Africa, sfolla al paese di origine della madre: Casarsa della Delizia in Friuli. Proprio alla cittadina friuliana, è idealmente dedicato il primo volume dei versi, pubblicato a Bologna, dal titolo Poesie a Casarsa, scritto in dialetto friuliano.

Fino dalla raccolta successiva, Poesie, del 1945, Pasolini scrive in italiano. La ricerca della funzione liberatoria della poesia, si fa più convinta dalle pagine della Meglio gioventù (1954). Sono questi gli anni in cui Pasolini, trasferitosi a Roma, dopo un periodo di insegnamento, allaccia uno stretto rapporto con il gruppo di intellettuali che si riunivano intorno a numerose riviste politico-culturali e letterarie («Il Contemporaneo», «Paragone», «Vie Nuove») e diviene uno dei principali animatori di «Officina», la rivista bolognese in cui intellettuali e scrittori come Fortini, Leonetti, Scalia, Roversi, propugnano un neosperimentalismo che funga da momento di fusione fra aree linguistiche diverse, come quelle del neorealismo e del postermetismo.

Scrive tre romanzi, Il sogno di una cosa (1962), Ragazzi di vita (1955), e Una vita violenta (1959). Ci troviamo a un momento cruciale nella vita di Pasolini. La «fuga» a Roma con la madre lo mette a contatto con la squallida realtà del ghetto sottoproletario, con una violenza che non è solo nella disperata ragione di vivere, ma traspare anche dal dialetto romanesco. In Pasolini nasce una consapevolezza culturale e una lucidità dialettica, soprattutto nei confronti del marxismo, che resterà immutata negli anni. Così è anche per la poesia; Pasolini si rende conto di dover ribaltare i procedimenti poetici tradizionali ormai scontati e consunti.

Le ceneri di Gramsci segnano il momento di completa maturazione del progetto di una poetica «ideologica». Pasolini è interprete della propria appartenenza alla vita umana, ma visceralmente si sente dalla parte di un «popolo» che la «pura fisicità» esclude dalla normalità. Lo stesso «popolo» che lotta per la sopravvivenza ai margini della società, sotto la società stessa, perché schiacciando dalla classi e mistificato dai propri difensori.
Nei film Accattone (1961), Edipo re (1967), Teorema (1968), Porcile (1969), Medea (1970), Pasolini sovrappone a una problematica sociale degli evidenti elementi psicanalitici, che rivelano nelle dinamiche individuali o familiari, in modo emblematico, le «lotte intestine» e il cupio dissolvi di un’intera classe borghese. E in letteratura già molti punti irrisolti nell’Usignolo della Chiesa cattolica (1958), minacciano di arrivare al diapason della rottura.

Se le contestazioni sul piano letterario del Gruppo ’63 avevano messo in crisi lo scrittore, un disagio ancor più forte lo colpisce con le lotte del 1968, nelle quali vede solo un fenomeno negativo, di «autopunizione» di classe. Questo ripiegamento si compie inesorabile e già appare adombrato dalle poesie della Religione del mio tempo (1961). Con Poesia in forma di rosa (1964) Pasolini per l’ultima volta fa ritorno alle formule metriche e stilistiche delle Ceneri di Gramsci, anche se solo in alcune liriche; modalità che verranno poi abbandonate in favore dell’informalità di Trasumanar e organizzar (1971).

Muore nel 1975, all’Idroscalo di Ostia, vittima di una oscura vicenda esplosa in tragedia in quella periferia suburbana di Roma che nei suoi romanzi aveva descritto così a fondo.

Poesia:
Poesie a Casarsa, 1942
Poesie, 1945
I diarii, 1945
I pianti, 1946
Dov’è la mia patria, 1949
La meglio gioventù, 1954
Le ceneri di Gramsci, 1957
L’usignolo della Chiesa cattolica, 1958
Diario, 1960
Sonetto primaverile, 1960
La religione del mio tempo, 1961
Poesia in forma di rosa, 1964
Trasumanar e organizar, 1971
La nuova gioventù, 1975
Poesie dimenticate, 1992