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A-Ronne*

per Luciano Berio

1.

a: ah: ha: hamm: anfang:
                                                  in principio: nel mio
principio:
                   am anfang: in my beginning:
                                                                            ach: in principio erat
das wort: en arché en:
                                          verbum: am anfang war: in principio
erat: der sinn: caro: nel mio principio: o lògos: è la mia
carne:
            am anfang war: in principio: die kraft:
                                                                                      die tat:
                                                                                                   nel mio principio:

2.

nel mezzo: in medio:
                                       nel mio mezzo: où commence?: nel mio corpo:
où commence le corps humain?
                                                             nel mezzo: nel mezzo del cammino: nel mezzo
della mia carne:
                                car la bouche est le commencement:
                                                                                                     nel mio principio
è la mia bocca: parce qu’il y a opposition: paradigme:
                                                                                                      la bouche:
l’anus:
             in my beginning: aleph: is my end:
                                                                                 ein gespenst geht um:

3.

l’uomo ha un centro: qui est la sexe:
                                                                      en méso en: le phallus:
nel mio centro è il mio corpo:
                                                       nel mio principio è la mia parola: nel mio
centro è la mia bocca: nella mia fine: am ende:
                                                                                         in my end: run: is my
beginning:
                      l’âme du mort sort par le pied:
                                                                                par l’anus: nella mia fine
war das wort:
                          in my end is my music:
                                                                       ette, conne, ronne:

*Testo per A-Ronne di Luciano Berio, 1975, vedi in Stracciafoglio, 1980


Lettera di Sanguineti a Berio

Spettabile Ditta,
Qualche parola di commento al testo:
1) esso è più breve del richiesto (esattamente la metà del massimo postulato); spero che la cosa non ti turbi: è un testo (secondo Vs. richiesta) replicabile in tutte le maniere, l’ordine 1,2,3, dovrebbe essere anzi sistematicamente violato e violentato salvo in certe circostanze (per esempio nella lettura iniziale e finale), in cui invece dovrebbe sgranarsi ordinatamente,
2) il testo che Le propongo è il "materiale" di partenza: il mio testo lo dedurrò dalla partitura alla fine, dove troverò l’ordine reale della composizione, con tutte le combinazioni che Ella saprà escogitare,
3) l’idea di base, come Ella può osservare, è molto semplice: PRINCIPIO-MEZZO-FlNE; ritengo utile segnalare le fonti essenziali, benché per lo più agevolmente riconoscibili: inizio del Vangelo di Giovanni (in latino, in greco, in tedesco: traduzione di Lutero e modificazioni apportate da Goethe, nel Faust); un verso di Eliot; un verso di Dante; le prime parole del Manifesto; alcune parole di un saggio di Barthes su Bataille; alcune parole mie, poche (segnatamente le tre ultime: ette, conne, ronne: i tre segni con cui, in antico, si chiudeva l’alfabeto, dopo la zeta: onde il detto, non più noto, dall’a al ronne, in luogo di: dall’a alla zeta;
4) il testo parmi che corrisponda alle Sue esigenze di ogni possibile pluralità di intonazione, non avendo che due fini: scandire la pura transizione temporale (principio-mezzo-fine) implicando con scivolamenti i tre momenti l’uno nell’altro: renderla capace di metamorfosarsi "psicologicamente" in forza del trattamento e della intonazione; mettere in causa, con il massimo di astrazione, anche il massimo di corporeità (così a livello fonico, come a livello concettuale) soddisfa, spero, le sedici condizioni da Lei poste a suo tempo: più una, che è probabilmente anche musicabile cantabile parlabile; ci professiamo sempre a Sua completa disposizione, e speriamo in una Sua prossima visita ai Ns. Stabilimenti. Se posso permettermi di suggerirLe un titolo, mi pare che sarebbe assai grazioso (onde mi sono già permesso di iscriverlo al testo) quello di A-Ronne.

E.S. (1974)

 


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Canzonetta pietrosa

che vecchia pietra, vecchio amore, è il tempo,
e che rullo che rotola di roccia!
respiro pietre che bruciano l’acqua,
e brucio pietre che bevono l’aria,
e bevo pietre che respira il fuoco:
pietra che gridi con voce di pietra,
che verde muschio, vecchio amore, è il tempo!

che verde fuoco, e che verde acqua, è l’aria,
e che ramo di rose è che mi ride!
rotolo un’acqua che mi soffia il fuoco,
rotolo un fuoco che mi bagna l’aria,
rotolo un’aria che mi incendia l’acqua:
pietra che canti con voce di muschio,
che verde pietra, verde amore, è il tempo!

oh, Rolling Stones, mio incendio, mia tempesta,
mio diluvio che rotoli nel tempo:
mangio il fuoco e le pietre, e mordo l’aria:
che morte molle, in un mare di muschio!

                                                                (Novissimum Testamentum, 1986)

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Erotopaegnia

1.

post tantum necking, post tantum petting (obscurum) putid’uh!
caput; compiut’ah! (iterato, amore, turgore!) placenta; (delle parti del corpo!)
(distensibili! distensibile!); la pallida vedi; et nascitur! la celestiale
sala del parto; (anim'eh! distillatio); una rovina è (oh τέκνον!) il giorno!
sortitur; is (carnis); et sexum! emerge la nera (oh! defaecatio) testa!;
rossa la testa! grida!; ex uno homine; respira! oh! τέχνη! tota haec
(la violacea!) animarum; (la testa!) redundantia; redundans!
(...)
      gli abbracciamenti, ricordi? quel ventun giugno (in erezione!) in piazza
Chanoux, la sera; il Sandeman SC; (i nostri capelli!); semen illud! (G 5 numero 1)
numero 769173 A, corporale!; quell’obscoenasque quasque; la saliva!;
quel partes quasque! la saliva, il sudore; quel suis nominibus
pronuntiantes! i nostri crampi ai piedi.

4.

in te dormiva come un fibroma asciutto, come una magra tenia, un sogno;
ora pesta la ghiaia, ora scuote la propria ombra; ora stride,
deglutisce, orina, avendo atteso da sempre il gusto
della camomilla, la temperatura della lepre, il rumore della grandine,
la forma del tetto, il colore della paglia:
                                                                senza rimedio il tempo
si è rivolto verso i suoi giorni; la terra offre immagini confuse;
saprà riconoscere la capra, il contadino, il cannone?
non queste forbici veramente sperava, non questa pera,
quando tremava in quel tuo sacco di membrane opache.

                                                                (Opus metricum, 1960)

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Laborintus

1.

composte terre in strutturali complessioni sono Palus Putredinis
riposa tenue Ellie e tu mio corpo tu infatti tenue Ellie eri il mio corpo
immaginoso quasi conclusione di una estatica dialettica spirituale
noi che riceviamo la qualità dai tempi
                                                            tu e tu mio spazioso corpo
di flogisto che ti alzi e ti materializzi nell’idea del nuoto
sistematica costruzione in ferro filamentoso lamentoso
lacuna lievitata in compagnia di una tenace tematica
composta terra delle distensioni dialogiche insistenze intemperanti
le condizioni esterne è evidente esistono realmente queste condizioni
esistevano prima di noi ed esisteranno dopo di noi qui è il dibattimento
liberazioni frequenza e forza e agitazione potenziata e altro
aliquot lineae desiderantur
                                          dove dormi cuore ritagliato
e incollato e illustrato con documentazioni viscerali dove soprattutto
vedete igienicamente nell’acqua antifermentativa ma fissati adesso
quelli i nani extratemporali i nani insomma o Ellie
nell’aria inquinata
                             in un costante cratere anatomico ellittico
perché ulteriormente diremo che non possono crescere

tu sempre la mia natura e rasserenata tu canzone metodologica
periferica introspezione dell’introversione forza centrifuga delimitata
Ellie tenue corpo di peccaminose escrescenze
                                                                         che possiamo roteare
e rivolgere e odorare e adorare nel tempo
                                                                  desiderantur (essi)
analizzatori e analizzatrici desiderantur (essi) personaggi anche
ed erotici e sofisticati
                                  desiderantur desiderantur

4.

e mentre ancora combattono il re e lo scheletro del re con storica ironia
di costumi correlati mentre mi appresto alla prefazione improbativa
nell’anno della grande monomania e Laszo oscilla all’Eldorado Club
con la gola d’oro solitaria vaso della ricostituzione
a scadenza itinerarium rapidamente ballabile
                                                                        tu Ruben
che sei il garantito visionario Filius Hermaphroditus in putrefazione
ma in questa νέκυια senza risorse
                                                     acqua senza coscienza dico
(vivo quando dormo) lasciati vivere
lascia che la vita scorra sopra di te (vivo quando dormo)
con l’epidermide intiera tocchiamo terra
che sarò nella pioggia e nel vento che la luna non entra
nell’acquario ma asciutta
occidit et vivere facit
                                  noi les objets à réaction poétique
riportiamo un linguaggio a un senso morale
che sarò nella lettura discreta del barometro nel dubbio
della metalessi tenace ma in questa morte impropria
dove l’amore non est aurum vulgi

Laszo implicazione dell’indifferente equilibrio della tua anima
erano appunto le propaggini propedeutiche della mia vita
(aspettando la mia vita) che intendevo illustrare
(passerò oltrepasserò la mia vita)
                                                     terra dell’intelletto pratico
fatalmente abortivo
ottimamente
                    daremo al mondo il giusto aspetto
quando saranno in ingegnosa congiunzione il figlio insolubile
del re e lo scheletro enigmatico
sempre del re

10.

Ellie mia Ellie mia tesi sei la fine di uno svolgimento civile
la soffocazione di tante leggi esplorate
                                                               la preghiera della meditazione
della mano dell’intolleranza e in prima sede
sei questo linguaggio che partorisce
                                                         portami dunque l’unghia
e la sua filigrana
                           le lacune di un bacio o di mille anni
un mysterium tremendum il tiro alla fune
le metamorfosi degli insetti il volume della sfera
                                                                              voglio dire
perdita di affettività e stato crepuscolare e incidenza di giudizio
e confessione vistosa glutinosa glutinante
il flessibile amalgama di due punti di coscienza
                                                                            voglio l’unità mistica
che insinua pali nella sabbia della volontà impiccatrice
e il dente del gigante
                                 portami la povertà
e la figura etimologica che si porta per mano
portami per mano Ruben
                                        tu stesso Ruben portami per mano
alle miniere degli animali al palco
del trattamento psicoterapico all’esperienza
terrificante dei conflitti
                                     ah per te ho inventato il rame e la polvere
ho liberato la lettera erre e la lettera ci da un penitenziario di tabacco
ho trascinato lepri e chiodi in Paradise Valley
di te ho anche detto perfectiones intelligibiles
                                                                         ho detto
novimus enim tenebras aquas ventos ignem fumum
vediamo insieme il passato il futuro
                                                         ho detto
quoi qu’elle fasse elle est désir improportionabiliter excedens

23.

s.d. ma 1951 (unruhig) καί κρίνουσϊν e socchiudo gli occhi
οί πολλοί e mi domanda (L): fai il giuoco delle luci?
καί τά τής μουσικής έργα ah quale continuità! andante K. 467
qui è bella la regione (lago di Sompunt) e tu sei l’inverno Laszo veramente
et j’y mis du raisonnement e non basta et du pathétique e non basta
ancora καί τά τών ποιητών and CAPITAL LETTERS
et ce mélange de comique ah sono avvilito adesso et de pathétique
una tristezza ah in me contengo qui devoit plaire
sono dimesso et devoit même sono dimesso, non umile
surprendre! ma distratto da futilità ma immerso in qualche cosa
and CREATURES gli amori OF THE MIND di spiacevole realmente
très-intéressant mi è accaduto dans le pathétique un incidente
che dans le comique mi autorizza très-agréable
a soffrire!
                e qui convien ricordarsi che Aristotile
sí c’è la tristezza mi dice c’è anche questo ma non questo
soltanto, io ho capito and REPRESENTATIONS non si vale mai
OF THE THINGS delle parole passioni o patetico per significar
le perturbazioni and SEMINAL PRINCIPLES dell’animo; et πάθη
tragicam scaenam fecit πάθημα  e L ma leggi lambda: in quel momento
                                                                                               π αθητικόν
ho capito καί κρίνουσιν άμεινον egli intende
sempre di significar le fisiche and ALPHABETICAL NOTIONS affezioni
del corpo: come sono i colpi
i tormenti è come se io mi spogliassi le ferite le morti
di fronte a te
                    et de ea commentarium reliquit
(de λ) ecc. de morte ho capito
che non avevo (coloro che non sono trascurati!) mai
RADICAL IRRADIATIONS ecco: avuto niente
e ho trovato (in quel momento); che cosa può trovare
chi non ha mai avuto niente?
                                                       TUTTO; and ARCHETYPAL IDEAS!
this immensely varied subject-matter is expressed!
et j’avois satisfait le goût baroque de mes compatriotes!

                                                                (Laborintus, 1956)

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Postkarten

23.

che peccato, però, figli miei cari (e che orrori che vi siete perduti,
voi), che non vi siete visto il vostro nonno, con il suo torace
da calzolaio (che si dice pectus excavatum), tremare e delirare, come
tombé en enfance, baciando le mani ai medici:
                                                                           le sue parole
estreme, poi, non le ha pronunciate lui, ma Carol, al telefono,
parlando di sua madre ormai in coma, quando ha detto che era una donna
piena di tanta gentilezza:
                                        e quando ha aggiunto, allora: il garbo è tutto:

40.

un ungherese con il naso storto (un eccellente poeta, pare) mi ha interrogato
in piena notte, in piena Terrazije, dicendo: come hai fatto, tu, che non sei ancora
impazzito? (perché diceva che ho tutta l’aria di un Artaud): e io ho risposto, allora:
ma ci aiutano le donne, un po’:
                                                  era d’accordo (anche se ha precisato subito
che fu omosessuale, e che adesso non chiava niente):
                                                                                     (ci aiutano con la loro pazzia,
proprio, se aveva ragione quella specie di ristampa aggiornata di un’Elisa,
lassù, nella sede di Politika, che mi lasciò dicendo: divertiti e ama):

62.

la poesia è ancora praticabile, probabilmente: io me la pratico, lo vedi,
in ogni caso, praticamente cosí:
                                                   con questa poesia molto quotidiana (e molto
da quotidiano, proprio): e questa poesia molto giornaliera (e molto giornalistica,
anche, se vuoi) è piú chiara, poi, di quell’articolo di Fortini che chiacchiera
della chiarezza degli articoli dei giornali, se hai visto il "Corriere" dell’11,
lunedì, e che ha per titolo, appunto, "perché è difficile scrivere chiaro" (e che
dice persino, ahimè, che la chiarezza è come la verginità e la gioventù): (e che
bisogna perderle, pare, per trovarle): (e che io dico, guarda, che è molto meglio
perderle che trovarle, in fondo):
                                                    perché io sogno di sprofondarmi a testa prima,
ormai, dentro un assoluto anonimato (oggi, che ho perduto tutto, o quasi): (e
questo significa, credo, nel profondo, che io sogno assolutamente di morire,
questa volta, lo sai):
                                 oggi il mio stile è non avere stile:

                                                                (Postkarten, 1978)

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Purgatorio dell'Inferno

8.

attraverso Hebecrevon, Lessay, Portbail, St. Sauveur (sotto la pioggia,
sempre); poi Edith disse che non ero gentile (perché non scrivevo, come Pierre,
per lei, quelques poèmes); (e che non dovevamo partire);
                                                                                            Micheline
ci giudicò molto semplici; e Edith e Micheline, quando io dissi che non l’avevo
tradita (mia moglie), vollero crederlo;
                                                             (e qui cade opportuno ricordare quel:
"se ti buttassi le braccia al collo ecc.," che venne poi); 
                                                                                       poi si ballò tutti, anche
Micha, nel salottino; attraverso Cerisy, Canisy, Coutances, Regnéville; (ma il 12
luglio era chiuso il Louvre, martedí);
                                                            e scrisse (sopra un foglio a quadretti):
"pensavo che non posso guardarti in faccia"; e: "mi dispiace per te";
e ancora scrisse (mia moglie): "sta male";
                                                                   e poi a Gap (H.A.),
(due giorni più tardi), storditi ancora, quasi inerti: e pensare (dissi);
che noi (quasi piangendo, dissi); (e volevo dire, ma quasi mi soffocava,
davvero, il pianto; volevo dire: con un amore come questo, noi):
un giorno (noi); (e nella piazza strepitava la banda; e la stanza era
in una strana penombra);
                                         (noi) dobbiamo morire:

17.

così, qui (a Cerisy); (così dicevano): abbiamo, noi, un cinese;
(e il cinese ero io, naturalmente);
                                                      e sull’autostrada spiegavo, anche,
il contraccolpo sopra l’operazione letteraria, radicalmente, immediato (e
così via); e si diceva dell’opportunismo trionfante, anche (e quando dissi, poi,
riformismo, infatti, volevo proprio dire opportunismo, invece);
                                                                                                      perché
la posizione cinese (dissi) giustifica ogni speranza (e che non sia questione
di élite operaia, insomma, ma della fine della preistoria, davvero,
e così via);
                  e a mia moglie dicevo della quantità di infelicità, intanto (della
qualità; e così via);
                               e volevo dire: giustifica anche noi; e anche i figli;
e volevo dire: giustifica il momento dell’utopia (ma davvero, ma per noi, anche,
ma qui, adesso): questo momento (giustifica);
                                                                          e volevo dire: per sempre;
(ma nel night, a Palermo, li ho sentiti davvero, io, che dicevano: perché
vivi, tu? e dicevano: come ti giustifichi?
                                                                 dicevano: ma ti giustifichi, tu?);
ma adesso, vedi: ma adesso, quale stanchezza? e quale (in questa nostra
preistoria), quale tranquillità?
                                                ma vedi il fango che ci sta alle spalle,
e il sole in mezzo agli alberi, e i bambini che dormono:
                                                                                         i bambini
che sognano (che parlano, sognando); (ma i bambini, li vedi, così inquieti);
(dormendo, i bambini); (sognando, adesso):

                                                                (Triperuno, 1964)

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Reisebilder

3.

alle 18,15 mi telefona Vasko: sei sveglio? mi dice: certo, gli dico: e
ho già parlato con mia moglie: (così il telegramma è stato tutto inutile):
(ma non importa, è chiaro):
                                            e ho già scritto la seconda poesia della giornata
(di oggi, 3 giugno):
                                bene, dice Vasko: ma è proprio la settimana
santa, allora, per te: (questa: della Knaak-Poetry):

5.

dove sono i quaranta poeti, ha detto Tadeusz (ma forse era
Yehuda, che parlava): i quaranta che non si incontrano? (e salveranno la poesia):
e dove sono i quattro poeti, colpiti a morte da una spada fiammeggiante
di whisky: i quattro chiusi da B.M. Scheffers, tutti insieme (o in un altro ristorante
del quartiere), per un piccolo bridge di parole?
                                                                           e che renga fu quella,
se è nata senza i tuoi occhi, senza le tue gengive? (e non c’era nemmeno una dolle
Mina qualunque, da mettere in mezzo così: per copiarla, così: con le parole,
appunto):
                ma io copio il tuo corpo, adesso, come l’ho visto in sogno,
questa notte: lo copio con queste parole:
                                                                 avec ces petites proses en poème:

45.

il corpo morto, di un viola così cattivo, che io mi porto dietro con tanto sforzo,
dentro un tappezzato corridoio cieco: (dentro la lunga casa di corso Matteotti,
mi pare, ancora):
                            fasciato con stracci e con asciugamani bagnati
(complici, in qualche modo, i miei cognati, per questa deposizione assai apocrifa,
che interessa vasche di rame e di stagno): (e interessa agenti segreti,
magari, e simile marmaglia che mi sorveglia):
                                                                          (e si è staccato
un mezzo piede, per terra, impacchettato e putrefatto, strada facendo,
in sogno: che è un grosso pezzo di grasso sapone grezzo, poi): (e non so più
dove nasconderlo, e come, se non mi aiuti anche tu): io te lo racconto adesso
che l’ho capito, appena, subito: (e puoi capirmi): questo è il mio corpo:

                                                                (Wirrwarr, 1972)

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Stracciafoglio

7.

aber, te lo dico io, figlio mio, che siamo arrivati nel momento culminante, o quasi
(per starci qui così, in questi finsteren Zeiten, come si deve): e che quello
che siamo tenuti a sopportarci, adesso, è un troppo pieno di realtà, invece:
e che se un poeta ci sta a fare un qualche cavolo di cose, per caso, di questi tempi
oscuri e vuoti, sarà un poeta spretato, in borghese: (e un borghese): (va bene, ma uno,
intanto, che ci dice che così stanno le cose come stanno): (e non si chiede niente wozu,
prima): (e niente Nachsicht, poi, alla fine): (che si può tradurre con indulgenza,
insomma): (e che al Lustprinzip ci ha rinunciato un po’ da sempre, precisamente, da puro
epicureo): (da aspirante materialista storico, se preferisci la mia autodefinizione
preferita, oggi):
                          (ti scrivo su due piedi da uno standa, mentre tu giri impregnato,
imbottito di psicofarmaci, da un capolinea all’altro, sopra i bus): (e io ti dico:
aber, soppòrtati un po’ la tua vita, almeno):
                                                                     (e pígliatele, su, le tue pastiglie, tu):

                                                                (Stracciafoglio, 1980)

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Laborintus II*

in quella parte:
                              in quella parte de la mia memoria:
                                                                                                 in quella parte
del libro:
                  in quella parte del libro de la mia memoria:
                                                                                                       incipit
vita nova:
                  e apparve vestita di nobilissimo colore,
                                                                                            umile e onesto,
sanguigno:
                      ecce deus: ecce deus fortior me:
                                                                                  dominabitur michi:

 

a civitate Enoch in Naid: a Babylone urbe: ab urbe Salem in Syria:
et Iebus et Salem vocata est Hierusalem: Solyma nuncupata est:
Sion speculatio: Hierusalem pacifica:

 

                                                            e nel mezzo: e in una selva:
oscura: selvaggia selva: e aspra: ed una lupa: ma: not only
in the middle of the way: una lupa: in the middle: con paura:
ma questa bestia uccide: uccide: but all the way in a dark wood:
in a bramble: nel mezzo: the years of l’entre deux guerres: una lupa:
nel mezzo:

 

una dolorosa infermitade:
                                                  per nove di amarissima pena:
                                                                                                            e ne lo nono
giorno, sentendome dolore quasi intollerabilmente,
                                                                                                 a me giunse
uno pensero:
                          e cominciai a piangere:
                                                                        e cominciai a travagliare:
ed a imaginare:
                              in questo modo:
                                                             io piangea con li occhi,
bagnandoli di vere lacrime:
                                                       e io chiamava la Morte,
                                                                                                     e dicea:
dolcissima, dolcissima Morte, vieni a me:
                                                                               or vieni a me,
ché molto io ti desidero:
                                              io porto già lo tuo colore:

 

et dans le labyrinthe: e in una selva: selvaggia selva e forte:
ed una lupa: but: all the way: l’entre deux guerres: una lupa:
dans le labyrinthe: con paura: ma questa bestia uccide: but
not only in a dark wood: ma non soltanto nel mezzo: nous
retournâmes au labyrinthe: una lupa: dans le labyrinthe:

 

io vidi cose:
                       che mi fecero proporre di non dire:
                                                                                          io vidi cose:
io spero di dicer quello che mai non fue detto:
                                                                                      mi fecero proporre
di non dire di lei:
                                 io spero dicer di lei quello che mai non fue detto
d’alcuna:
                   mi dà orrore: uno soave sonno:
                                                                             ma allegro:
                                                                                                    ma
con tanta letizia:
                                ma una maravigliosa visione:
                                                                                          e di pauroso aspetto:
Amore:
               piangendo: mangiando dubitosamente:
                                                                                           una nebula di colore di fuoco:
ego dominus:
                           ego dominus tuus:
                                                              una figura:
                                                                                     uno segnore: Amore:
e la donna:
                      in amarissimo pianto:
                                                                 in grande angoscia:
                                                                                                         piangendo:
vide cor tuum:
                             e visi diversi:
                                                        visi di donna:
                                                                                    tu pur morrai:
orribili a vedersi:
                                 e donne scapigliate: e li uccelli: e la terra
tremare:
                  scolorito, fioco:
                                                una mirabile (tu se’ morto) visione:
                                                                                                                     osanna :

 

così, rivolgendo li occhi a dietro, puotesi vedere questo pane:
con questo pane si deono mangiare le canzoni: tempo è d’intendere
a ministrare le vivando: questo sarà quello pane orzato,
del quale si satolleranno migliaia: e a me ne soperchieranno
le sporte piene: questo sarà luce nuova, sole nuovo,
lo quale surgerà là dove l’usato tramonterà: e darà lume
a coloro che sono in tenebre e in oscuritade: per lo usato sole
che a loro non luce:

 

                              e per me:
                                                 ne la città dolente:
per me:
                ne l’etterno dolore:
                                                    per me: tra la perduta gente:
lasciate:
                lasciate ogni speranza:

 

                                                    Adam genuit Seth, a quo filii Dei:
Seth genuit Enos: qui coepit invocare nomen Domini:
Enos genuit Cainan: Cainan genuit Malalehel:
Malalehel genuit Iareth: Iareth genuit Enoc, qui translatus est:
Matusalam genuit Lamech: Lamech genuit Noe: arca aedificatur:
factum est diluvium:
                                  Noe genuit Sem, Cham, Iaphet: factum est diluvium:
cataclismum:
                      Sem post diluvium genuit Arfaxat, a quo Chaldei:
Arfaxat genuit Sala, a quo Samaritae et Indi: Sala genuit Heber,
a quo Hebraei: Heber genuit Falec: turris aedificatur:
                                                                                     divisae
sunt linguae: facta est dispersio in aedificatione turris:
Falec genuit Ragau: dii primum adorantur: Ragau genuit Seruc:
regnum inchoat Scytharum: Seruc genuit Nachor: regnum Aegyptiorum
nascitur: Nachor genuit Thara: regnum Assyriorum et Siciniorum
exoritur: Thara genuit Abraham: Zoroaster magicam repperit:
residuum tempus Deo soli cognitum:

 

tutto tutto tutto tutto
dalla biblioteca
     al babbuioo
dal 1265
     al 1321
dal cianuro di potassio
     alla cronaca cittadina
dalla cresima
     alla corte dei conti
dalla oscurità in cui è sempre immersa la nostra vita
     alla rendita del 4%
dalla carotide
     alla tibia
dall’elefante di mare, grande foca del Pacifico fornita di due lunghe zanne
     al 1965
dal fegato
     al frigorifero
dal francobollo
     al formaggio
dalla prova del nove
     al cavallo di Troia
dal lapsus linguae
     alla rivoluzione russa
dal piedistallo, che sa sostenere tutte le colonne
     alla folgorazione, atto e effetto del folgorare
     alla pietra focaia
     alla luna
     al rame
     alla polvere:

 

                         ah per te ho inventato il rame e la polvere
ho liberato la lettera erre e la lettera ci da un penitenziario di tabacco
ho trascinato lepri e chiodi in Paradise Valley
di te ho anche detto perfectiones intelligibiles
                                                                          ho detto
novimus enim tenebras aquas ventos ignem fumum
vediamo insieme il passato il futuro
                                                          ho detto
quoi qu’elle fasse elle est désir improportionabiliter excedens

e visi diversi:
                           e diverse lingue:
                                                           visi di donne, e sangue, mischiato
di lacrime:
                       e nel mezzo:
                                               per me:
                                                              per me:
                                                                              valle d’abisso:
                                                                                                          dolorosa:
                                                                                                                            oscura:
profonda valle, nebulosa:
                                                un luogo d’ogni luce muto:
                                                                                                    e la terra
tremare:
                   e strida, e compianto, e lamento:
                                                                                  per me:
                                                                                                   piangendo:
with usura:

 

natura lo suo corso prende da divino intelletto e da sua arte:
l’arte vostra quella segue, come ’l maestro fa il discente:
da queste due convene prender sua vita ed avanzar la gente:
l’usuriere altra via tene: per sé natura e per la sua seguace
dispregia:
                with usura hath no man a house of good stone:
with usura hath no man a painted paradise on his church wall:
harpes et luthes:
                           no music is made to endure nor to live with
but it is made to sell and sell quickly:

 

novi tormenti, novi tormentati:
                                                              e piova etterna:
                                                                                             e grandine:
maladette piova, e fredda:
                                                    e acqua tinta, e greve:
                                                                                                e grandine
grossa, e neve:
                             per l’aere tenebroso:
                                                                    sopra lor vanità che par persona:
con usura:
                     e tutto l’oro ch’è sotto la luna e che già fu,
di quest’anime stanche non poterebbe farne posare una:
e il foco etterno:
                              e tra li avelli fiamme:
                                                                        with usura,
sin against nature:
                                      with usura the line grows thick:
                                                                                                     CONTRA NATURAM

 

tutto tutto tutto
dalle caramelle
     al miele
dalla guerra di frontiera cino-indiana
     agli idola tribus
     a Bruxelles
     a Parigi
     ai miei piedi
     alla segreteria telefonica
     al magnifico rettore
     al Mills College
     a Santa Fé
     a Mass. Aronne
     a via Moscati 7
     alla finestra
     a via Vespucci 25
     a Susanna e i vecchioni
     a Kastanienallee 34
     alle composte terre in strutturali complessioni
            che sono Palus Putredinis
     al Mare Humorum
            che mi guarda bene
            che mi dilata
            che mi combina in un’epoca indirizzando i sensi

 

               perchè io sono al più giusto confine organico sepolcro
complicato per godere e riuscirò dopo la fluida intromissione
una moltitudine riuscirò nella grammatica speculativa e simbolizzato in cifre
terribilmente armoniose
                                       di fronte a lunghi funghi fumosi
                                       di fronte a te
                                       di fronte a te Valles Mortis
                                       di fronte a te totius orbis thesaurus
                                       di fronte a te mio alfabeto vegetale
                                       di fronte a te mio fantasma
                                       di fronte al silenzio
                                                         silenzio silenzio silenzio silenzio

 

tam amaram materiam vidimus qualis est infernalis:
                                                                                                       tam crudelia tormenta
poenarum amariora omni mari:
                                                              currum meliores aquas amodo
completa investigatione vitiorum:
                                                                  ut quodam cursu maris tempestuosi:
currunt veluti ad mare quietum:
                                                                 ad virtutes venire satagunt:
et a vitiis discedere se nituntur:
                                                              purgando:

 

proprium opus humani generis totaliter accepti
est actuare semper totam potentiam intellectus possibilis:
per prius ad speculandum
et secundario propter hoc ad operandum
per suam extensionem
et quia quemadmodum est in parte sic est in toto
et in homine particulari contingit
quod sedendo et quiescendo
prudentia et sapientia
ipse perficitur
patet quod genus humanum
in quiete sive tranquillitate pacis
ad proprium suum opus
quod fere divinum est
iuxta illud "minuisti eum paulo minus ab angelis"
liberrime atque facillime se habet
unde manifestum est quod pax universalis
est optimum eorum que ad nostram beatitudinem ordinantur
hinc est quod pastoribus de sursum sonuit
non divitie non voluptates non honores non longitudo vite non sanitas non robur non pulcritudo
sed pax
inquit enim celestis militia
"gloria in altissimis Deo
et in terra pax hominibus bone voluntatis"

 

la Musica è tutta relativa
come si vede ne le parole armonizzate e nei canti:
tanto più dolce armonia resulta
quanto più la relazione è bella:
perché massimamente in essa s’intende:
la Musica trae a sé li spiriti umani
che sono quasi principalmente vapori de cuore
si che quasi cessano da ogni operazione:
sì è l’anima intera quando l’ode
e la virtù di tutti quasi corre a lo spirito sensibile
che riceve lo suono:

 

ma seguimi, oramai:
                                           ma vedi il fango che ci sta alle spalle:
e il sole in mezzo agli alberi:
                                                      e i bambini
                                                                            che dormono:
i bambini, che sognano:
                                               che parlano, sognando:
                                                                                            ma i bambini:
li vedi, così inquieti:
                                       dormendo, i bambini:
                                                                                  sognando, adesso:

*Testo per Laborintus II, per voci, strumenti e registrazioni di Luciano Berio, 1965

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